Il 21 luglio del 1969 sulla Luna, insieme all’astronauta della missione statunitense Apollo 11 Neil Armstrong, sbarcò per la prima volta anche un orologio Omega.
Un cronografo meccanico a carica manuale in acciaio dotato di tre contatori e con scala tachimetrica.
Lo Speedmaster Professional, per la precisione. Un modello che era stato scelto dalla NASA come dotazione ufficiale degli equipaggi delle navicelle spaziali dell’epoca e che veniva dalla normale produzione di serie, senza alcuna modifica per le speciali situazioni cui era destinato.
Questo la dice lunga sulla qualità globale del marchio elvetico nato nel lontano 1848 e specializzatosi, per quanto riguarda la produzione da polso, in modelli di tipo sportivo e professionale.
Ma non mancano orologi “solo tempo” o dotati delle indicazioni del calendario che si distinguono per la loro eleganza, soprattutto certe produzioni datate anni ’50.
In ogni caso dal punto di vista del collezionismo la miglior quotazione viene raggiunta da Omega con la serie originali degli Speedmaster degli anni ’60 e con le collezioni “commemorative” realizzate successivamente.
Interessanti anche le prime innovative sperimentazioni di movimenti elettronici al quarzo, eseguite da Omega durante gli anni ’70 con orologi da un design altrettanto avveniristico.